PREMI 2024

La terza edizione del Rome International Documentary Festival, che si è svolta dal 5 al 9 dicembre al Nuovo Cinema Aquila di Roma, ha raggiunto risultati sorprendenti: 34 film per un totale di 23 paesi rappresentati, fino a 8 proiezioni al giornooltre 2000 spettatori, oltre 20 registi ospiti del Festival provenienti da tutto il mondo, più di 200 partecipanti alle nostre 3 Masterclass e all’incontro di Documentaristə Anonimə in collaborazione con 100autori. I film sono stati molto amati dal pubblico con una media voto di ben 4,4 su 5, dimostrazione del grande potenziale anche commerciale della distribuzione dei film documentari oltre che della qualità attestata della selezione.

PREMIO MIGLIOR DOCUMENTARIO Concorso WORLD-DOC

1489di Shoghakat Vardanyan, Armenia

Motivazione: “Un viaggio profondo e personale. Una ricerca della verità in cui le risposte vengono svelate attraverso una narrazione eticamente rigorosa ed emozionante. Un racconto capace di svelare l’umanità che appartiene a tutti e che, troppo spesso, viene messa a tacere”

PREMIO SPECIALE DELLA GIURIA

SONGS OF SLOW BURNING EARTH di Olha Zhurba, Ucraina

Motivazione: “La guerra raccontata nella sua parabola assurda e spesso grottesca: dall’orrore al terrore all’accettazione di una nuova e assurda normalità. Un documentario che, nonostante tutto, spera e guarda al futuro, nonostante le macerie fisiche e morali”.

MENZIONE SPECIALE

ALMA DEL DESIERTO di Monica Taboada-Tapia (Colombia, Brasile)

​​Motivazione: “Una protagonista inedita per un racconto alla fine del mondo. Dove l’umanità sembra finire, un viaggio tra esseri umani dimenticati in una terra sconosciuta. Un documentario capace di aprire nuovi orizzonti al racconto della realtà”.

PREMIO MIGLIOR DOCUMENTARIO Concorso ITA-DOC

QUIR di Nicola Bellucci

Motivazione: “Con accesso intimo e capillare a un ventaglio di personaggi eccezionali che aprono i loro cuori abbracciando il progetto con slancio, il film intesse un ritratto toccante ed ironico della comunità queer di Palermo degli ultimi decenni, e di riflesso anche della nostra società, i suoi pregiudizi e difficoltà ad abbracciare il diverso. Filmato in maniera magistrale il film è un inno alla vita, all’amore e alla libertà, temi che che esplora con profonda umanità, maestria creativa e acutezza intellettuale”.

MENZIONE SPECIALE EX-AEQUO

TINERET di Nicolò Ballante

Motivazione: “Una narrazione fresca e sincera che si fa strada tra le difficoltà, i propositi e i dolori di un protagonista magnetico che lotta, canzone dopo canzone, scelta dopo scelta, con la sua vitale  e poetica energia”.

MENZIONE SPECIALE EX-AEQUO

COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI di Matteo Keffer e Riccardo Cremona

Motivazione: “Un viaggio intenso e sottile dietro le quinte e nelle profondità di un mondo popolato da giovani attivisti, dalle loro speranze, lotte, inquietudini e contraddizioni”.

PREMIO MIGLIOR CORTOMETRAGGIO - Concorso Short-Doc

NEGLI OCCHI DI ADÈLE di Marie Alice Falys (Belgio)

Motivazione: “La macchina da presa della regista ci porta nel mondo di Adèle, coglie con garbo la sua inquietudine e i contrappunti della sua adolescenza, restituendoci un ritratto intimo, delicato e intenso, scevro da ogni giudizio e da ogni definizione di genere”.

MENZIONE SPECIALE - Concorso Short-Doc

SEWING MACHINE di Ülo Pikkov (Estonia, Ucraina)

Motivazione: “Una storia di famiglia diventa un racconto universale. Attraverso il trattamento creativo del materiale di repertorio, dell’animazione, e di una scrittura ironica e audace, emerge dal passato il viaggio intrepido di una donna, in cui la meta è sempre la rinascita”.

PREMIO DEL PUBBLICO

VAKHIM di Francesca Pivani

PREMIO MYMOVIES - Concorso Short-Doc

SE IO NON DIMENTICO di Vincenzo De Caro 

Il Premio MyMovies è votato online sulla piattaforma mymovies.it

PREMIO AAMOD

L’ERA D’ORO di Camilla Iannetti

Motivazione: “Una storia di relazioni intense, situate in un contesto familiare tutto al femminile filmato con grazia, attenzione e personalità. Il film si spinge nel profondo con uno  sguardo soggettivo, dotato di grande sensibilità ed empatia verso le sue protagoniste. La giovane autrice dimostra inoltre la capacità di muoversi tra le immagini in modo singolare, libero, creativo e  non solo narrativo”.

PREMIO ZALAB

BOSCO GRANDE di Giuseppe Schillaci

Motivazione: “Una fiaba nera, un ritratto dolente di un uomo e insieme di un’epoca e di una città prigionieri di un tempo passato che sembra non passare mai. Assegniamo il premio per la messa in onda su Zalab View a “Bosco Grande” di Giuseppe Schillaci, per la maestria chirurgica e poetica con cui ci restituisce una storia molto particolare che riesce efficacemente ad essere universale”.

Premi tecnico-artistici

MIGLIOR FOTOGRAFIA

David Garcia per “Adieu savage” di Sergio Guataquira Sermiento

MIGLIOR SUONO

Beatrice Mele per “AMOR” di Virginia Eleuteri Serpieri

MIGLIOR MONTAGGIO

Corrado Iuvara per ROMINA di Valerio Lo Muzio, Michael Petrolini

MIGLIOR PRODUZIONE

Mari Bakke Riise (A5 Film) per A NEW KIND OF WILDERNESS di Silje Evensmo Jacobsen

PREMIO GIURIA DAMS

L’ULTIMA ISOLA di Davide Lomma

Motivazione: “Ad oggi le persone vengono costantemente sovrastimolate, con una conseguente normalizzazione delle immagini, che dovrebbero causare un turbamento interno, e dei suoni, che dovrebbero avere un ruolo costitutivo nella narrazione. In questo documentario la distrazione dello spettatore non ha alcun supporto, si viene catturati dalla narrazione di otto persone comuni che raccontano la loro esperienza e dall’isola che parla da sola di sé. Aver ridotto all’essenza l’esperienza raccontata e sfidare l’attenzione dello spettatore senza provocarlo, sono stati un rischio ma hanno permesso di centrare il messaggio”.

PREMIO GIURIA RUFA

DEATH OF A SAINT di Patricia Bbaale Bandak

Motivazione: “Abbiamo deciso di premiare Death of a Saint per la ricerca ossessiva e tenace di Patricia di comprendere cosa sia successo a sua madre. Conoscerla a tutti i costi, nelle viscere, nella sua vera e propria totalità. Smentendo la sua santità e conoscendola nella sua verità.  Un richiamo catartico e universale quello di cercare la propria madre ovunque, in Uganda, negli occhi del padre e nei visi delle zie, nel suo sorriso accennato nelle vecchie foto, negli incubi e nelle notti insonni”.