La terza edizione del Rome International Documentary Festival, che si è svolta dal 5 al 9 dicembre al Nuovo Cinema Aquila di Roma, ha raggiunto risultati sorprendenti: 34 film per un totale di 23 paesi rappresentati, fino a 8 proiezioni al giorno, oltre 2000 spettatori, oltre 20 registi ospiti del Festival provenienti da tutto il mondo, più di 200 partecipanti alle nostre 3 Masterclass e all’incontro di Documentaristə Anonimə in collaborazione con 100autori. I film sono stati molto amati dal pubblico con una media voto di ben 4,4 su 5, dimostrazione del grande potenziale anche commerciale della distribuzione dei film documentari oltre che della qualità attestata della selezione.
“1489” di Shoghakat Vardanyan, Armenia
Motivazione: “Un viaggio profondo e personale. Una ricerca della verità in cui le risposte vengono svelate attraverso una narrazione eticamente rigorosa ed emozionante. Un racconto capace di svelare l’umanità che appartiene a tutti e che, troppo spesso, viene messa a tacere”
SONGS OF SLOW BURNING EARTH di Olha Zhurba, Ucraina
Motivazione: “La guerra raccontata nella sua parabola assurda e spesso grottesca: dall’orrore al terrore all’accettazione di una nuova e assurda normalità. Un documentario che, nonostante tutto, spera e guarda al futuro, nonostante le macerie fisiche e morali”.
ALMA DEL DESIERTO di Monica Taboada-Tapia (Colombia, Brasile)
Motivazione: “Una protagonista inedita per un racconto alla fine del mondo. Dove l’umanità sembra finire, un viaggio tra esseri umani dimenticati in una terra sconosciuta. Un documentario capace di aprire nuovi orizzonti al racconto della realtà”.
QUIR di Nicola Bellucci
Motivazione: “Con accesso intimo e capillare a un ventaglio di personaggi eccezionali che aprono i loro cuori abbracciando il progetto con slancio, il film intesse un ritratto toccante ed ironico della comunità queer di Palermo degli ultimi decenni, e di riflesso anche della nostra società, i suoi pregiudizi e difficoltà ad abbracciare il diverso. Filmato in maniera magistrale il film è un inno alla vita, all’amore e alla libertà, temi che che esplora con profonda umanità, maestria creativa e acutezza intellettuale”.
TINERET di Nicolò Ballante
Motivazione: “Una narrazione fresca e sincera che si fa strada tra le difficoltà, i propositi e i dolori di un protagonista magnetico che lotta, canzone dopo canzone, scelta dopo scelta, con la sua vitale e poetica energia”.
COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI di Matteo Keffer e Riccardo Cremona
Motivazione: “Un viaggio intenso e sottile dietro le quinte e nelle profondità di un mondo popolato da giovani attivisti, dalle loro speranze, lotte, inquietudini e contraddizioni”.
NEGLI OCCHI DI ADÈLE di Marie Alice Falys (Belgio)
Motivazione: “La macchina da presa della regista ci porta nel mondo di Adèle, coglie con garbo la sua inquietudine e i contrappunti della sua adolescenza, restituendoci un ritratto intimo, delicato e intenso, scevro da ogni giudizio e da ogni definizione di genere”.
SEWING MACHINE di Ülo Pikkov (Estonia, Ucraina)
Motivazione: “Una storia di famiglia diventa un racconto universale. Attraverso il trattamento creativo del materiale di repertorio, dell’animazione, e di una scrittura ironica e audace, emerge dal passato il viaggio intrepido di una donna, in cui la meta è sempre la rinascita”.
SE IO NON DIMENTICO di Vincenzo De Caro
Il Premio MyMovies è votato online sulla piattaforma mymovies.it
L’ERA D’ORO di Camilla Iannetti
Motivazione: “Una storia di relazioni intense, situate in un contesto familiare tutto al femminile filmato con grazia, attenzione e personalità. Il film si spinge nel profondo con uno sguardo soggettivo, dotato di grande sensibilità ed empatia verso le sue protagoniste. La giovane autrice dimostra inoltre la capacità di muoversi tra le immagini in modo singolare, libero, creativo e non solo narrativo”.
BOSCO GRANDE di Giuseppe Schillaci
Motivazione: “Una fiaba nera, un ritratto dolente di un uomo e insieme di un’epoca e di una città prigionieri di un tempo passato che sembra non passare mai. Assegniamo il premio per la messa in onda su Zalab View a “Bosco Grande” di Giuseppe Schillaci, per la maestria chirurgica e poetica con cui ci restituisce una storia molto particolare che riesce efficacemente ad essere universale”.
Mari Bakke Riise (A5 Film) per A NEW KIND OF WILDERNESS di Silje Evensmo Jacobsen
L’ULTIMA ISOLA di Davide Lomma
Motivazione: “Ad oggi le persone vengono costantemente sovrastimolate, con una conseguente normalizzazione delle immagini, che dovrebbero causare un turbamento interno, e dei suoni, che dovrebbero avere un ruolo costitutivo nella narrazione. In questo documentario la distrazione dello spettatore non ha alcun supporto, si viene catturati dalla narrazione di otto persone comuni che raccontano la loro esperienza e dall’isola che parla da sola di sé. Aver ridotto all’essenza l’esperienza raccontata e sfidare l’attenzione dello spettatore senza provocarlo, sono stati un rischio ma hanno permesso di centrare il messaggio”.
DEATH OF A SAINT di Patricia Bbaale Bandak
Motivazione: “Abbiamo deciso di premiare Death of a Saint per la ricerca ossessiva e tenace di Patricia di comprendere cosa sia successo a sua madre. Conoscerla a tutti i costi, nelle viscere, nella sua vera e propria totalità. Smentendo la sua santità e conoscendola nella sua verità. Un richiamo catartico e universale quello di cercare la propria madre ovunque, in Uganda, negli occhi del padre e nei visi delle zie, nel suo sorriso accennato nelle vecchie foto, negli incubi e nelle notti insonni”.
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