Gli interni pop, le derive psichiche, le folli riunioni condominiali, i miti della vacanza di massa visti dal Grattacielo di Rimini, uno degli edifici simbolo della città, inaugurato nel periodo della “dolce vita” degli anni Sessanta. Il grattacielo oggi è un quartierone verticale abitato da una ventina di nazionalità differenti. La sua umanità e i suoi paesaggi sono scrutati in prima persona da uno dei suoi abitanti, il regista, in una riflessione aperta sui modi di rappresentazione del documentario contemporaneo.
Marco Bertozzi fa parte di quel gruppo di autori che, negli ultimi anni, ha contribuito alla rinascita del documentario italiano, unendo all’attività autoriale un forte interesse storico-teorico e di promozione culturale. Professore ordinario di Cinema, fotografia e televisione all’Università IUAV di Venezia, ha insegnato all’Universitè Paris 8 e al DAMS di Roma3, al Centro Sperimentale di Cinematografia, alla Scuola Volonté di Roma, alla Zelig di Bolzano e al CISA di Locarno.
Storico del cinema e saggista, ha pubblicato diversi libri sulla storia del cinema italiano e sulla cultura del documentario. Ha curato mostre sul cinema italiano in Italia e all’estero e fatto parte, con Studio Azzurro, dell’equipe che ha progettato il Fellini Museum di Rimini. Fra i suoi film, premiati in festival nazionali e internazionali: Appunti romani (2004), Il senso degli altri (2007), Predappio in luce (2008), Profughi a Cinecittà (2012), Cinema grattacielo (2017), Le storie che saremo (2020, in equipe con altri). Nel 2022 ha meritato il Premio del Ministro della cultura per la critica d’arte assegnato dall’Accademia nazionale dei Lincei. Dal 2023, con Alina Marazzi, dirige Unarchive Found Footage Fest, il primo festival italiano dedicato al riuso creativo delle immagini d’archivio.
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